sabato 1 dicembre 2012

Menzogna, limiti e definizioni

Che mentire sia sbagliato lo sanno tutti. La menzogna è da sempre stata considerata un’azione da rimproverare, proprio perché l’uomo è alla continua ricerca della verità. Verità che può generare sofferenza, tensioni e distacchi, eppure la cerchiamo a tutti i costi. Non ci accontentiamo di una semplice ed innocente bugia, ma esigiamo il vero, vogliamo conoscere perché la conoscenza della realtà ci realizza, ci porta a compiere un percorso di indagine e di giudizio sull’ambiente circostante.
Il nostro mondo è troppo complesso e quindi compiamo quotidianamente un processo di selezione: filtriamo il buono dal cattivo, l’onesto dal disonesto.
Fino a qui fila tutto liscio come l’olio, eppure ci manca un criterio fondamentale: quali sono i parametri in base ai quali definiamo il concetto di menzogna?Come ben sappiamo ci sono bugie dette a fin di bene, quelle che giustifichiamo perché riteniamo che lo scopo sia più rilevante della bugia in sé stessa, quindi cosa ci porta a definire la gravità di una bugia?
Secondo me la nostra valutazione fa perno su 2 punti fondamentali: da un lato la nostra esperienza pregressa(l’educazione che abbiamo ricevuto, le nostre riflessioni personali su tale argomento, i casi riscontrati nel corso della nostra esistenza e la loro risoluzione) e dall’altro la persona assunta in esame(rivalutiamo l’affetto, i sentimenti, i ricordi condivisi, la nostra reazione di fronte ad una verità scoperta troppo tardi).
Il background, però non è solo personale, ma anche sociale.
Le norme, i premi e le punizioni, i rinforzi che riceviamo dalle istituzioni generano in noi un’avversione o un sentimento di favore verso un determinato comportamento e ciò ci conduce ad una definizione di menzogna come condanna più o meno lieve.
Sarebbe opportuno quindi proporre una riflessione su tale ambito per favorire la consapevolezza individuale e sociale dei limiti della bugia

Nessun commento:

Posta un commento